Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.
Freud disse che l’inconscio abita nello spazio tra il desiderio e la sua realizzazione e, ancora oggi, sembra che sia proprio il desiderio il carburante principale della nostra vita psichica, e sia la dimensione che ci fa essere così diversi dagli altri mammiferi, che sono guidati in generale da istinti, non da desideri.
Quello di cui parliamo oggi è un vampiro che non succhia sangue grazie ai suoi denti aguzzi ficcati nella giugulare, ma è una persona che si nutre dell’energia vitale degli altri, presentandosi nelle relazioni con diverse maschere, in qualche modo seducenti e spesso ipnotiche, che finiscono per fargli ottenere ciò che desidera, a fronte di un continuo indebolimento psichico vissuto da chi entra nelle sue spire.
Probabilmente hai incontrato, o frequenti abitualmente, persone che, quando proponi un’idea, un parere, un suggerimento che magari ti è stato anche richiesto dal diretto interessato, riprendano la parola con la formula abituale “sì, però…”, per poi contraddire o opporre resistenza a quanto hai espresso.
Esistono in ambito lavorativo, in famiglia, tra le amicizie e, facendo il coach e il formatore ogni giorno, posso assicurarti che li trovo anche in aula e seduti al mio fianco nelle sessioni di coaching che tengo.
Si fa un gran parlare di ghosting negli ultimi anni e fioccano continuamente articoli e video su web, libri di psicologi che si dedicano a questo argomento, tuttavia, mi rendo conto che ancora moltissime persone non sanno di cosa si tratta.
Quando abbiamo un obiettivo da raggiungere, soprattutto in ambito di performance professionali o sportive, il fatto che lo raggiungiamo oppure no dipende da una serie di fattori: dal nostro mindset, che può essere di crescita o statico; dalla tendenza o meno a procrastinare (entrambi temi di cui abbiamo già parlato); dalla nostra motivazione; dalla qualità della resilienza che mostriamo di fronte ai primi errori o fallimenti, ma c’è anche un altro fattore che spesso viene sottovalutato, nonostante sia una qualità personale che può fare davvero la differenza.
Si parla tantissimo negli ultimi anni di “comunicazione efficace” e fioccano libri, corsi, seminari e webinar ricchissimi di consigli come quelli che sto per darti, salvo poi, dopo aver frequentato uno o più di questi momenti formativi, ritornare esattamente come prima e non impegnarsi realmente a mettere in pratica quanto appresso.
La puntata di oggi è dedicata a Chris, una donna che mi segue su questo canale e che mi ha espressamente chiesto di trattare il tema del comportamento “passivo-aggressivo”. Spero di essere esaudiente, nonostante l’argomento sia davvero enorme e ricco di sfumature.
Iniziamo col dire che, grossomodo dagli anni Cinquanta, periodo in cui fu individuato, agli anni Novanta del secolo scorso il comportamento passivo-aggressivo era considerato patologico, ovvero catalogato tra i disturbi della personalità. Grazie ai successivi studi si giunse alla conclusione che l’aggressività passiva non dovrebbe rientrare sempre nello spettro dei disturbi patologici, ma esclusivamente nei casi in cui questi comportamenti fossero reiterati e invalidassero non solo le relazioni ma anche la dimensione emotiva del soggetto.
Ho toccato l’argomento dell’assertività in precedenti puntate che puoi trovare nel mio archivio, in particolare ti ho parlato di cosa significa essere assertivi nella coppia e nel lavoro.
Sapersi comportare in modo assertivo è un aspetto molto importante per la nostra vita sociale ed è una qualità personale che andrebbe sviluppata, tramite una mirata educazione, fin dall’età evolutiva, dal momento che viviamo in mezzo agli altri, a partire dall’ingresso nella scuola per l’infanzia e in seguito per tutta la nostra vita.
Ogni giorno ognuno di noi si trova a dover affrontare sfide più o meno stressanti, ovvero eventi che attuano prima nel cervello, e immediatamente dopo nel corpo, delle risposte precise di adattamento psicologico e fisiologico all’ambiente.
La rete internet e le nuove tecnologie, esplose in maniera esponenziale a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ci venivano proposte come un modo per facilitare la vita, la comunicazione a distanza, la conoscenza, e gli affari ma sono diventate, alla fine, causa di ulteriore stress per la loro gestione.
La nostra mentalità, nota anche con il termine anglosassone “mindset” o con quello latino “forma mentis”, è quella che spinge ognuno di noi ad avere un certo atteggiamento di fronte alle sfide e ai problemi della nostra vita.
Ovviamente ha un impatto molto significativo sul benessere mentale e sulle capacità di adattamento di ogni persona, ed è il primo importante discrimine tra una vita di qualità e una che porta problemi sul piano emotivo o su quello della motivazione.