C'è una ricerca sul boom di tradimenti che sta avvenendo in Italia negli ultimi anni, dalla quale si evince che siamo il Paese europeo con il più alto tasso di scappatelle.
Tra le varie soprese che ho trovato in questa ricerca, ci sono alcuni dati che proprio non mi aspettavo.
Un famoso scrittore spagnolo che si chiama Carlos Louis Zafòn ed è quasi mio coetaneo, con una semplicità tagliente disse: “Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta”.
Essere lasciati dopo un lungo periodo di relazione di coppia non è facile per nessuno perché, al di là dell’ovvio, un rapporto durato per mesi o per anni innesca, inevitabilmente, la dimensione dell’attaccamento, inteso come riconoscimento del partner nella veste di una base sicura, di persona che sa prendersi cura di noi, sa accudirci, proteggerci, confortarci e perché no, anche coccolarci.
La fine di una relazione può avere strascichi molto invalidanti, che possono durare da qualche mese a tre anni, in particolare per chi subisce l’abbandono da parte del partner.
A volte in una coppia si insinua, da parte di uno dei due partner, l’infedeltà emotiva, ovvero una sorta di attrazione molto intensa verso una persona esterna, che si traduce in una condivisione di momenti che diventa sempre più frequente, sottraendo presenza al partner.
A volte entrambi i partner non si sentono più innamorati e in certi casi la coppia non è riuscita a fare il passaggio “chimico” dall’innamoramento all’amore. Nonostante questo si allunga il brodo, si rimane insieme, in una dimensione che ha molto più a che fare con l’attaccamento che con l’amore.
Al di là della capacità di gestione del contrasto che ogni partner può avere più o meno accesa, in base alla sua cultura, alla sua apertura mentale e alla sua sensibilità, esistono dei comportamenti che quando sono messi in atto da uno dei due all’inizio di una relazione, dovrebbero far aprire gli occhi all’altro, ma il più delle volte rimangono chiusi.
Non poche persone confondono l’attaccamento con l’amore, ma si tratta di due concetti molto diversi, come sono diversi i due rispettivi impulsi di fondo: l’attaccamento ha come motore il bisogno, l’amore, invece, ha il desiderio.
[Tempo di lettura: 4 minuti] Sono sempre più convinto che quando si parla di coppia i soggetti non siano solamente i due partner, ma che dovrebbe esistere un soggetto in più...
Ha il suo apice nell'innamoramento, ha ispirato innumerevoli poeti e poetesse, ha spinto a fare pazzie un'infinità di persone e lo ha fatto sempre attraverso la chimica.
Do per scontato che tutti, anche il seduttore più incallito, mirino in fondo all'amore romantico.
Ci innamoriamo di chi può compensare i nostri difetti, le nostre mancanze, anche quelle che non confesseremmo mai neppure a noi stessi. Secondo la più evoluta - a mio parere - psicologia contemporanea1, il nostro desiderio non è mai, in realtà, verso una persona, ma verso il desiderio che quella persona prova: ci innamoriamo del desiderio dell'altro, desideriamo che ci desideri.