Molti psicologi definiscono il ricatto come un veleno della comunicazione, inserendolo in un vero e proprio menu composto da altre velenose modalità, come la recriminazione, la predica, il biasimo, il “te l’avevo detto” e altre perle simili che, anziché farci raggiungere l’obiettivo di comunicazione, di solito ci portano a fallire e ad alimentare un’escalation simmetrica in cui l’incomprensione, il livore e spesso la rabbia, la fanno da padroni.
Mi capita spesso, nelle sessioni di coaching che tengo con i miei clienti, che alcuni di loro mi si presentino quasi del tutto esauriti per il peso quotidiano che si portano addosso, non solo in ambito lavorativo, ma anche in ambito famigliare e, dietro le quinte, ci sia la loro incapacità di dire NO, oppure la dannata predisposizione a non delegare ad altri alcune cose o, ancora, una chiara tendenza alla cosiddetta “Sindrome della Croce Rossa”.
Al di là della grande utilità relazionale in ogni ambito della vita, quanto è importante saper essere assertivi nella propria professione e nei rapporti con superiori, collaboratori, colleghi e clienti?
L'assertività, come scrisse Dale Carnegie, è una delle qualità migliori che un essere umano possa avere ed è molto più difficile definire cos'è, piuttosto che cosa non è.
[Tempo di lettura: 5 minuti] La maggior parte dei clienti che si rivolgono a me per una consulenza denunciano problemi relazionali, per lo più nella sfera affettiva, ma anche in quella lavorativa. Spesso, a mio avviso, è la mancanza di assertività a creare il terreno fertile per simili disagi.