Sabato, 30 Marzo 2024 07:28

LA CRITICA: meglio farla che covarla In evidenza

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La vita ogni giorno ci porta delle seccature, che spesso dipendono dal comportamento degli altri: il vicino di casa usa il decespugliatore la domenica mattina alle sette; nella riunione aziendale siamo stati zittiti malamente dal capo; un collega ci riferisce dei pettegolezzi su di noi, ma ci prega di non dirlo ai diretti interessati; il cameriere ci porta al tavolo la pizza che assomiglia a un pezzo di carbone; qualcuno cerca di passarci davanti quando siamo in coda, e potremmo fare una lista infinita di simili scocciature.

Ci sono vari modi di affrontare questi momenti e, ogni giorno, ognuno di noi si comporta in base alla sua spontaneità: c’è chi sta sempre zitto e si limita a covare rancore; chi colleziona questi disagi come i bollini del supermercato e poi, una volta riempita la tessera, riscatta il premio sfogandosi e passando dalla parte del torto; c’è chi aggredisce immediatamente lanciando strali come un Giove imbestialito.

Sono poche le persone che riescono a muovere una critica in maniera inattaccabile, limitando le argomentazioni al fatto in sé ed evitando di attaccare la persona nella sua totalità.

Oggi vediamo insieme una delle innumerevoli sfumature sull'argomento: la critica non espressa al momento giusto, che porta alcuni a diventare raccoglitori di bollini, come ho accennato in premessa, e che è una dimensione che incontro spesso nelle persone che cercano in me un coach per migliorarsi.

 
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Sergio Omassi

Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.


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