La cosa ci ha talmente colpito che, ancora oggi, quando incontriamo una strada dissestata anche nella provincia di Brescia, in cui viviamo abitualmente, ironizziamo dicendo “Benvenuti ad Avetrana”.
Probabilmente sarà capitato anche a te di lamentarti per qualcosa che non è in linea con le tue aspettative e a me capita di continuo di ascoltare amarezze del genere dalle persone che si rivolgono a me per sessioni di coaching: aspettative frustrate, spesso relative all’ambito di coppia, ma non poche volte nei confronti di un genitore, di un figlio, di un fratello o di un collega.
La cosa che mi sorprende molto, e nella quale mi trovo invischiato io stesso, è che siamo portati a non vedere tutto il resto, il resto che funziona, mentre siamo bravissimi a focalizzare la nostra attenzione su ciò che non va come vorremmo.
Prima di passare per Avetrana, avevo percorso una marea di chilometri: avevo attraversato l’Italia, ma mai una volta avevo posto la mia attenzione alle strade che non davano problemi, a quelle riparate, a quelle in cui il traffico scorreva veloce, su un tappeto di asfalto perfetto e senza alcun lavoro in corso. Su circa un migliaio di chilometri, solo cinque o sei mi avevano causato problemi e sono stato pronto a inveire subito per la noncuranza, ma mai una volta che io abbia pensato: “Come si viaggia bene su questa strada senza buche!” Mai una volta che il mio pensiero sia andato a chi, con il suo lavoro, spesso sotto il sole estivo e a temperature mostruose, si occupa di metterle a posto le strade.
Vediamo insieme come allenarci alla gratitudine.