Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.
Da decenni si fa un uso frequentissimo della parola "resilienza" per descrivere la capacità di alcune persone di resistere agli urti della vita e di sapersi ricostruire, tornando addirittura come prima che l’urto arrivasse. Dove nasce questa espressione? È nata in psicologia o è un concetto estrapolato da altro?
Cosa rischiamo quando accadono cose che ci fanno rendere conto di aver perso, di aver fallito nei nostri progetti, nei nostri piani oppure in una relazione?
Nella scorsa puntata di Briciole di Comunicazione (la trovi qui) ti ho parlato del fatto che, nonostante molti "esperti" dichiarino il contrario, non esistono segnali non verbali che indichino con certezza se una persona sta mentendo.
Come esperto di comunicazione non verbale, la domanda che ricevo in assoluto più volte è proprio "Ma è davvero possibile smascherare chi mente?"
Esistono interessantissimi studi sulla comunicazione tra madre e figlio a partire dal periodo fetale, che vengono ripresi in maniera chiara e sintetica in un libro molto interessante che si intitola IL CORPO NON DIMENTICA di Massimo Ammaniti e Pier Francesco Ferrari (2020 Ed. Raffaello Cortina).
Il nostro cervello, quando un compito non viene portato a termine, crea uno stato mentale di tensione che ci impedisce di iniziarne un altro da zero. Questo teoria, ormai suffragata da più di uno studio, si chiama "effetto Zeigarnik", poiché a metterla in luce fu una psicologa Lituana di nome Bluma Zeigarnik, intorno al secondo dopoguerra.
Grazie allo psicologo Mihály Csíkszentmihályi, che in controtendenza si occupò di studiare la felicità e la creatività dell'essere umano, anziché i disagi emotivi e le patologie che lo affliggono, abbiamo accesso a una teoria molto interessante, che si chiama "teoria del Flow".
Un breve excursus sul dietro le quinte della fretta, che ormai è una normale dimensione quotidiana per molti di noi occidentali.
Una delle più grandi paure dell'essere umano è quella di parlare in pubblico, che scompare solo dopo averlo fatto qualche volta, poiché diventa un'abitudine.
Alcune persone si trovano spesso invischiate in ruminazioni del pensiero, solitamente articolate su argomentazioni non proprio felici, ma piuttosto negative, che spossano la mente e l’anima per ore e anche per giornate intere.