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Oggi torniamo sul mondo non verbale e in particolare sugli occhi, dei quali abbiamo già parlato alcune volte in altri video precedenti, ma non abbiamo ancora toccato le sfumature che saranno protagoniste di questa puntata.

Venerdì, 04 Agosto 2023 09:04

COPPIA: il rischio di idealizzare il partner

 

In mancanza di un partner ideale, molti di noi tendono a idealizzarlo non appena ne trovano uno. È una situazione piuttosto comune nella fase dell’innamoramento, dovuta a una speciale condizione biochimica del nostro organismo, poiché si accende una sorta di dipendenza, che noi pensiamo sia verso il partner, ma purtroppo è verso le sostanze chimiche che il nostro cervello mette in circolo quando ci innamoriamo.

 

Chiunque abbia avuto storie d’amore che siano durate mesi o anni, anche senza essere uno psicologo, probabilmente ha capito che esistono delle fasi che la coppia attraversa e che, a parte le prime due, quelle della disponibilità e della passione, in cui tutto va a meraviglia per qualche mese, si presentano come dei veri e propri assestamenti, spesso difficili da superare a causa delle continue incomprensioni che minano la serenità di entrambi.

 

Solitamente, quando si parla di noie relazionali in questo ambito, è solo uno il genitore con cui si hanno difficoltà, mentre con l’altro le cose funzionano o, comunque, esiste un buon grado di comprensione.

Ti parlo di “noie”, non di “disagi”, poiché questi due termini sono molto differenti tra loro e, come life coach, non posso né voglio addentrarmi nella dimensione del disagio, per la quale psicologi e psicoterapeuti hanno le conoscenze e gli strumenti che noi coach non possediamo.

 

 

In questa puntata facciamo un breve viaggio nel mondo dei pregiudizi, ovvero delle conclusioni che traiamo in pochi minuti dopo aver conosciuto qualcuno, appiccicandogli un'etichetta che spesso si traduce in una sorta di profezia che si autoavvera.

Esiste un bias cognitivo che si chiama "bias di conferma", e che preferisco chiamare "principio di coerenza interna", che fa in modo che la nostra prima impressione si fissi talmente nella nostra testa da spingerci a cercare conferme alla sua validità, rendendoci difficile cambiare idea.

 

In questa puntata vorrei focalizzare qualche concetto relativo al vittimismo, dal momento che davanti a me, nelle sessioni che tengo come coach, mi capita molto spesso di incontrarlo nella persona che si rivolge a me.

 

Nella scorsa puntata abbiamo visto la danza del corteggiamento femminile e, in particolare, alcuni segnali non verbali che si accendono in lei a seconda dell’interesse o del disinteresse verso un corteggiatore di sesso maschile.

 

Nell’immaginario collettivo si tende a pensare che, come nel mondo animale, sia il maschio a prendere l’iniziativa, e questo dimostra come viene sottovalutato già in partenza il fatto che, quando un uomo si approccia a una donna, solitamente è perché ha colto in maniera subliminale alcuni segnali non verbali da parte sua e li ha tradotti, inconsciamente, come un invito ad avvicinarsi.

 

Qualsiasi persona che incontriamo, quindi anche il selezionatore, nel caso di un colloquio di lavoro, si forma un’idea di noi che viene definita “prima impressione”.

 

Eccoci alla seconda parte del video sulla scelta della seduta durante le interazioni con gli altri.

Nella prima parte, che trovi nel mio archivio e risale alla scorsa settimana, abbiamo parlato dei contesti in cui a interagire sono solamente due persone. Oggi vediamo alcuni contesti gruppali, in particolare la disposizione dei posti nelle riunioni con tavoli rettangolari o rotondi.

La disposizione delle sedie e la scelta personale del posto a sedere possono trasmettere messaggi, intenzionali o inconsci, e influenzare la comunicazione durante la riunione.

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