Si fa un gran parlare di ghosting negli ultimi anni e fioccano continuamente articoli e video su web, libri di psicologi che si dedicano a questo argomento, tuttavia, mi rendo conto che ancora moltissime persone non sanno di cosa si tratta.
Nel mio lavoro di coach mi trovo davanti spesso il tradimento, e ne ho ascoltato moltissime sfumature.
Ho sentito clienti lamentarsi per tradimenti immaginati e magari inesistenti; altri raccontarmi dinamiche di coppia in cui mi appare chiaro un allontanamento emotivo da parte del partner, non percepito, però, da chi me lo racconta; ho ascoltato storie di tradimenti subdoli che duravano da anni, nella dimensione di vita parallela, e che sono stati scoperti dall’oggi al domani; altre di tradimenti reiterati e sempre perdonati dal partner ferito, che afferma “Tradirmi è più forte di lui, ma lo amo troppo per lasciarlo”.
Sul tema dell’abbandono subìto da un partner potremmo starci ore, tanto è vasto, e tante sono le sue sfumature.
È un argomento spinoso da trattare per un coach come me, poiché spesso porta con sé disagi emotivi invalidanti, sui quali possono intervenire solamente psicologi, psicoterapeuti e, nei casi più estremi psichiatri.
Da quando ho aperto questo canale, mi sono fatto ispirare quasi sempre dalle frequenti sessioni di coaching in cui mi trovo davanti persone che vivono qualche problema nella relazione con il compagno o con la compagna.
È normale e sano aspettarsi il meglio dal proprio partner; tuttavia, molte persone permangono nella triste dimensione di attendere che cambi certi atteggiamenti disturbanti e si ritrovano a vivere una relazione non appagante, o addirittura svilente.
Nel mio lavoro incontro spesso persone che mi vengono a trovare per noie vissute all’interno della coppia, quando le incomprensioni si fanno più presenti, solitamente nella fase in cui l’innamoramento e la passione iniziali si abbassano di grado ed è più facile far caso a comportamenti che prima non venivano nemmeno notati o sui quali si sorvolava tranquillamente.
Nel 1992 uscì un libro che in trent’anni è arrivato a 11 milioni di copie vendute e si è guadagnato il titolo di New York Times Best Seller.
A scriverlo fu Gary Chapman, autore, conferenziere e Counselor, specializzato in relazioni e si intitola “I cinque linguaggi dell’amore”.
In questo libro, più che mai attuale in un’epoca in cui le relazioni di coppia sono appese a un filo e tendono a durare sempre meno, Chapman parla di cinque comportamenti fondamentali che ognuno dei due partner dovrebbe offrire per far funzionale al meglio il legame.
L’amore è un sentimento che, nella storia dell’uomo occidentale, ha cambiato spesso i suoi lineamenti, parallelamente a come cambiava la cultura.
Rancori, risentimenti, aspettative frustrate all’interno della coppia, una volta raggiunto il limite di tolleranza, possono portare a una chiusura del rapporto piuttosto violenta, in cui entrambi i partner si vomitano addosso le peggio cose, finendo per odiarsi e, spesso, per farsi una guerra senza esclusione di colpi, soprattutto se ci sono di mezzo figli e fattori economici.
In mancanza di un partner ideale, molti di noi tendono a idealizzarlo non appena ne trovano uno. È una situazione piuttosto comune nella fase dell’innamoramento, dovuta a una speciale condizione biochimica del nostro organismo, poiché si accende una sorta di dipendenza, che noi pensiamo sia verso il partner, ma purtroppo è verso le sostanze chimiche che il nostro cervello mette in circolo quando ci innamoriamo.