In questa puntata vorrei rispondere a una domanda che mi sento fare spesso, soprattutto da estranei quando ci presentiamo e ci raccontiamo reciprocamente cosa facciamo nella vita.
Nel momento in cui mi definisco un formatore che tiene corsi sulla comunicazione relazionale e non verbale, la domanda che mi arriva, nove volte su dieci, è: “Perché è importante conoscere il linguaggio del corpo?”
Oggi torniamo sul linguaggio non verbale e vediamo quali indizi può offrire la parte del tronco del corpo umano, quella che va dalle spalle ai fianchi.
Il busto del corpo umano è una sorta di contenitore che ospita organi di massima importanza per la vita, come il cuore, il fegato, i reni, l’intestino e i polmoni.
Torniamo sul mondo non verbale e vediamo oggi due segnali che riguardano la ruminazione e la preoccupazione.
Di quest’ultima abbiamo già parlato in un recente video, ma in questa puntata voglio approfondire non solo il segnale non verbale in sé, ma anche la dinamica emotiva di queste due “abitudini” che possono, purtroppo, trasformarsi in vere e proprie trappole mentali che abbassano la qualità della vita.
Oggi torniamo sul mondo non verbale e in particolare sugli occhi, dei quali abbiamo già parlato alcune volte in altri video precedenti, ma non abbiamo ancora toccato le sfumature che saranno protagoniste di questa puntata.
Nella scorsa puntata abbiamo visto la danza del corteggiamento femminile e, in particolare, alcuni segnali non verbali che si accendono in lei a seconda dell’interesse o del disinteresse verso un corteggiatore di sesso maschile.
Nell’immaginario collettivo si tende a pensare che, come nel mondo animale, sia il maschio a prendere l’iniziativa, e questo dimostra come viene sottovalutato già in partenza il fatto che, quando un uomo si approccia a una donna, solitamente è perché ha colto in maniera subliminale alcuni segnali non verbali da parte sua e li ha tradotti, inconsciamente, come un invito ad avvicinarsi.
Qualsiasi persona che incontriamo, quindi anche il selezionatore, nel caso di un colloquio di lavoro, si forma un’idea di noi che viene definita “prima impressione”.
Eccoci alla seconda parte del video sulla scelta della seduta durante le interazioni con gli altri.
Nella prima parte, che trovi nel mio archivio e risale alla scorsa settimana, abbiamo parlato dei contesti in cui a interagire sono solamente due persone. Oggi vediamo alcuni contesti gruppali, in particolare la disposizione dei posti nelle riunioni con tavoli rettangolari o rotondi.
La disposizione delle sedie e la scelta personale del posto a sedere possono trasmettere messaggi, intenzionali o inconsci, e influenzare la comunicazione durante la riunione.
Il mondo del linguaggio non verbale è vastissimo e non riguarda solamente la gestualità, le microespressioni, ma anche il nostro abbigliamento, la modulazione della voce nei toni, nei volumi e nei ritmi, e arriva persino alla scelta della sedia su cui sederci a un tavolo, per una trattativa, una riunione o una cena con più partecipanti.
Esistono dei codici inconsci, infatti, che la maggior parte delle persone non conoscono, per cui, soprattutto in ambito lavorativo, dove ci sediamo rispetto agli altri può fare andare le cose in un modo o in un altro.
La parte del viso o del corpo che guardiamo nel nostro interlocutore può influenzare molto l’esito di un incontro in presenza.