In questa puntata facciamo un breve viaggio nel mondo dei pregiudizi, ovvero delle conclusioni che traiamo in pochi minuti dopo aver conosciuto qualcuno, appiccicandogli un'etichetta che spesso si traduce in una sorta di profezia che si autoavvera.
Esiste un bias cognitivo che si chiama "bias di conferma", e che preferisco chiamare "principio di coerenza interna", che fa in modo che la nostra prima impressione si fissi talmente nella nostra testa da spingerci a cercare conferme alla sua validità, rendendoci difficile cambiare idea.
Alcuni manuali sulle strategie di persuasione insegnano che il bravo operatore è colui che cerca di riflettere le posture e di assumere lo stile comunicativo del proprio interlocutore, in modo da instaurare con lui una forte connessione emotiva.
Nel mondo del linguaggio del corpo esiste una moltitudine di segnali corporei inconsapevoli, i cosiddetti “atti subliminali”, dove “subliminali” sta a indicare proprio che si muovono sotto la soglia della nostra coscienza. Anche il sorriso è una delle sfumature della comunicazione non verbale.
Dare la mano a qualcuno è una delle usanze più universali per avere un primo contatto fisico. Non lo facciamo solo quando ci presentiamo per la prima volta, ma anche all’inizio e alla fine di alcuni incontri formali, per formalizzare un accordo verbale, per congratularci con una persona e per fare la pace, soprattutto da bambini. I maschi lo fanno anche tra amici spesso, quando si incontrano e quando si salutano, mentre le donne preferiscono altri atteggiamenti con le amiche, come l’abbraccio, il bacio sulla guancia o altri contatti corporei.
Negli ultimi anni sono stato chiamato da varie aziende per selezionare o assistere silenzioso a selezioni del personale, così ho raccolto una certa quantità di dati e di impressioni, che vorrei condividere con voi, nella speranza che possano esservi utili qualora vi trovaste in una situazione del genere.
Innanzitutto, al di là dell'ovvio - che per esperienza così ovvio non è, chi si candida per un posto di lavoro dovrebbe essere consapevole che si sta mettendo "in vendita".
La prima impressione è quindi fondamentale, ma come si forma? Quali sono le leve su cui viene misurata nel bene e nel male?
Pensate a una persona realizzata economicamente, mentre sale sulla sua automobile di lusso. Cercate di vederla nei particolari costruendo una sorta di fotografia.
Avete creato l'immagine? Che tipo di persona è apparsa nella vostra mente?
Si tratta per caso di un uomo sopra i sessant'anni, piuttosto grasso? No vero?
Più probabilmente avrete immaginato un uomo sui quarant'anni, un figo dall'aspetto curato e piuttosto atletico, con il viso abbronzato al punto giusto, un taglio di capelli istituzionale, magari un paio di occhiali da vista firmati, un orologio costoso al polso, un abito sartoriale, una Porche, una Maserati o una Jaguar. Sbaglio di molto?