La paura, che è una delle emozioni fondamentali, prevede che ci sia un rapporto di causa-effetto, una minaccia immediata, ben chiara alla parte razionale, quindi si tratta di un’emozione salvifica perché, davanti a un pericolo tangibile, ci permette di attivare le risposte idonee a salvaguardarci.
La paura del cambiamento è una delle paure più grandi dell’essere umano e lo sa bene qualsiasi operatore dell’aiuto emotivo, dallo psicoterapeuta al coach. Si tratta di una paura che lavora nel sottobosco, che spesso non è nemmeno cosciente e si trasforma in una vera e propria resistenza al cambiamento che ha molto a che vedere con l’omeostasi, uno dei concetti più importanti e centrali della biologia.
Purtroppo, nella nostra cultura - e in generale in tutte le culture occidentali - c’è da sempre uno scarso interesse riguardo al fatto che ogni giorno, in ogni luogo del mondo in cui esistono interazioni tra esseri umani, il linguaggio del corpo continua a essere una forma di comunicazione, seppur ormai si muova sotto la soglia della nostra coscienza.
Una delle domande che ricevo più spesso dai miei allievi durante i corsi è se esiste una differenza tra la parte sinistra del corpo e quella destra. Parlarne fa parte, ovviamente, del programma didattico, ma la maggior parte delle volte la domanda arriva prima che io sia arrivato a quell’argomento, il che dimostra che è un interrogativo molto presente nella mente delle persone che si avvicinano al mondo della comunicazione non verbale.
Probabilmente anche tu hai avuto a che fare con un cliente arrabbiato o insoddisfatto e purtroppo può capitare anche ai più precisi di incappare in qualche magagna che fa innervosire il cliente, o in un cliente che ha solo voglia di rompere le scatole per cose di poca importanza.
Alcuni manuali sulle strategie di persuasione insegnano che il bravo operatore è colui che cerca di riflettere le posture e di assumere lo stile comunicativo del proprio interlocutore, in modo da instaurare con lui una forte connessione emotiva.
Nel mondo del linguaggio del corpo esiste una moltitudine di segnali corporei inconsapevoli, i cosiddetti “atti subliminali”, dove “subliminali” sta a indicare proprio che si muovono sotto la soglia della nostra coscienza. Anche il sorriso è una delle sfumature della comunicazione non verbale.
Dare la mano a qualcuno è una delle usanze più universali per avere un primo contatto fisico. Non lo facciamo solo quando ci presentiamo per la prima volta, ma anche all’inizio e alla fine di alcuni incontri formali, per formalizzare un accordo verbale, per congratularci con una persona e per fare la pace, soprattutto da bambini. I maschi lo fanno anche tra amici spesso, quando si incontrano e quando si salutano, mentre le donne preferiscono altri atteggiamenti con le amiche, come l’abbraccio, il bacio sulla guancia o altri contatti corporei.
A volte le aziende mi chiamano e mi chiedono corsi sull’ASCOLTO ATTIVO. Se penso che l’essere umano, seppur dotato di un cervello relazionale incredibilmente predisposto all’altruismo, oggi debba fare dei corsi per imparare ad ascoltare, sento un grave amaro in bocca, ma sembra che sia questa la tendenza degli ultimi decenni che, dall’avvento delle nuove tecnologie e soprattutto di internet, vede tutto velocizzato, relazioni comprese, facendo venire meno la pazienza, accorciando i tempi di interazione con gli altri, in un mondo in cui “tutto e subito” è il motto che accompagna la maggior parte di noi occidentali.
C’è una differenza sostanziale tra “contrasto” e “conflitto”, anche se spesso queste due parole vengono assimilate allo stesso significato. Per come l’ho sempre vista, il contrasto è una dimensione abbastanza comune in ogni tipo di relazione, che sia all’interno di una coppia, di un’amicizia o in ambito professionale.