Solitamente, quando si parla di noie relazionali in questo ambito, è solo uno il genitore con cui si hanno difficoltà, mentre con l’altro le cose funzionano o, comunque, esiste un buon grado di comprensione.
Ti parlo di “noie”, non di “disagi”, poiché questi due termini sono molto differenti tra loro e, come life coach, non posso né voglio addentrarmi nella dimensione del disagio, per la quale psicologi e psicoterapeuti hanno le conoscenze e gli strumenti che noi coach non possediamo.
Dovremmo smetterla di considerare i giovani d'oggi "sbagliati", rispetto a ciò che eravamo noi.
"Ai miei tempi" è indubbiamente un'espressione raccapricciante per un giovane che si trovi a doverla sentire pronunciata da un genitore, da un nonno, da un educatore o da un qualsiasi adulto.
Secondo il modello Pragmatico della Comunicazione esistono due tipi di realtà. Vediamole insieme.
Poniamo il caso che tu sia amante di un certo tipo di biscotti, che ne vai letteralmente pazzo, e che ogni sera ne mangi alcuni dopo cena, leggendo un libro sulla tua poltrona preferita. Ogni lunedì vai al supermercato e ne compri una confezione, che poi travasi in un contenitore di vetro: è la tua scorta fino a domenica sera.
Un martedì, però, ritorni a casa aspettandoti di trovare il vaso ancora piuttosto pieno e scopri che tuo figlio ne ha fatto fuori la metà con alcuni amici che sono venuti a studiare con lui nel pomeriggio.
La realtà di primo ordine è quella oggettiva: il vasetto di biscotti non è più colmo.