Esiste una proposta di legge, la numero 2872, che si chiama “Disposizioni in materia di insegnamento sperimentale dell'educazione all'intelligenza emotiva nelle scuole di ogni ordine e grado”, che è stata approvata alla Camera l’11 gennaio del 2022.
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Quante volte hai sentito nominare l’espressione “qualità della vita”? Sapresti definire cos’è per te la qualità della vita? Se ci provi ti rendi conto che non è così facile, eppure tutti crediamo di averne un’idea chiara prima che ci venga chiesto di definirla.
Molti credono che l’empatia dipenda da una sorta di codice inscritto nel DNA e che alcuni ci nascano con questa dote naturale, mentre altri no.
Esiste un sentimento esattamente contrario all'empatia? Sembra di sì e si chiama in tedesco "shadenfreude", ma non ha un corrispettivo nella lingua italiana.
[Tempo di lettura: 7 minuti] Da una domanda intelligente può scaturire un dialogo intelligente. Ti racconto cosa accadde un giorno in aula, quando i ragazzi mi posero questo interrogativo e, alla fine, trovammo una risposta insieme.
[Tempo di lettura: 6 minuti] Nel regno animale è rarissimo trovare tracce di empatia: ne sono capaci le scimmie antropomorfe, come noi esseri umani, ma noi, a differenza delle antropomorfe, sappiamo provare anche il contrario esatto dell’empatia.
Gli studi sull'Intelligenza Emotiva, iniziati da Daniel Goleman negli anni ottanta del secolo scorso e tutt'ora in una fase molto fertile, stanno cambiando l’approccio al mondo delle emozioni, in maniera lenta ma continua, soprattutto in ambito lavorativo.
Se fino a circa trent’anni fa le aziende misuravano la validità di un candidato secondo i vecchi canoni del QI (quoziente intellettivo), oggi, nelle imprese più evolute e proiettate nel futuro, questa misurazione viene fatta su quello che possiamo abbreviare in QE (quoziente emotivo). In altre parole, si privilegiano i soggetti con spiccate attitudini relazionali come: consapevolezza di sé, gestione di sé, consapevolezza sociale e gestione delle relazioni. Tutte doti imprescindibili, ad esempio, per un leader che sia degno di questo nome.
Esistono vari livelli di peso quando parliamo di senso di colpa, uno dei vincoli emotivi più frequenti a mio avviso, insieme alla paura del giudizio, alla disistima in se stessi, al timore del rifiuto e dell'abbandono affettivo.
Oggi voglio parlare di un certo tipo di senso di colpa, che potremmo definire latente nella nostra società, poiché non siamo consapevoli di viverlo finché qualcuno non ce lo sbatte in faccia, e certamente non invalida troppo la nostra vita di tutti i giorni, come invece fa un sentimento di colpa pesante, dovuto a un'azione o una scelta che abbiamo commesso e che ha portato una persona cara - o noi stessi - a soffrire.
Il punto è che sin da bambini, seppur con le migliori intenzioni da parte di genitori e educatori, veniamo educati a sentirci in colpa e si genera in noi una sorta di nervo scoperto che ci accompagna per tutta la vita.