Al di là dell’etimologia e della storia di questo vocabolo, quando parliamo di relazioni umane va da sé che la responsabilità sia una dimensione imprescindibile e, se mi segui da un po’, mi avrai sentito ripetere fino alla nausea che dovremmo preoccuparci degli effetti dei nostri comportamenti sugli altri.
Qualche tempo fa, in una puntata che trovi nel mio archivio (https://youtu.be/OWOp__bPPWA?si=5adrh4dUWGu-j6Jj), ho parlato dell’assertività in ambito professionale, ma ogni giorno, nelle sessioni di coaching, ascoltando i miei clienti parlare di problemi e incomprensioni all’interno della coppia, mi rendo conto che una delle più frequenti cause di dissapori è la mancanza di assertività da parte di uno o di entrambi i partner.
Purtroppo, la dimensione assertiva non è frequentata da tutti, anche perché manca nel sistema scolastico la volontà di accompagnare gli allievi a capirla e a sceglierla come base intelligente su cui muoversi in ogni relazione, per evitare proprio le incomprensioni, mantenendo sempre un comportamento idoneo al contesto e rispettoso sia di se stessi sia degli altri.
Ci sono due pesi e due misure relativamente al tempo e alla puntualità nel presentarsi in una riunione aziendale.
"Monologhista" è un termine che definisce un attore comico o di cabaret che si esibisce da solo, recitando monologhi scritti da lui stesso o da altri. Finché paghiamo un biglietto per divertirci è una pratica che ha il suo senso, ma quando incontriamo, in una normale relazione, un individuo che parla tanto, spesso troppo e senza aver la minima cura o interesse verso quello che gli altri hanno da dire, allora siamo davanti a uno degli errori più gravi della comunicazione.
Ci siamo allontanati troppo dalla dimensione del dialogo, ovvero quel momento di incontro "elegante" tra due intelligenze che la pensano in maniera differente, ma riescono a rispettarsi a vicenda.