Il terzo uomo risponde:
"Sto contribuendo a costruire un pozzo che offrirà acqua gratuitamente a tutti gli abitanti dei villaggi qui intorno."
Chi dei tre uomini credi sia il più motivato a recarsi al lavoro ogni mattina?
Esistono due qualità di motivazione per spingerci a fare qualcosa:
ESTRINSECA
INTRINSECANella prima i fattori predominanti ci vengono dati dall'esterno e sono: lo stipendio, gli aumenti di stipendio, le stock option o altri fringe benefit, l'avanzamento di carriera, la gratificazione dei capi, la posizione sociale che possiamo raggiungere, ecc.
Nella seconda si lavora per il piacere personale, per le gratificazioni che ognuno di noi si prende in modo autonomo, a prescindere dalle opinioni di capi o colleghi.
Chi lavora in team e vive una motivazione intrinseca si muove più facilmente nella consapevolezza di appartenere a un gruppo (uno dei principi fondamentali per l'accendersi dell'Intelligenza Gruppale), dà valore al proprio lavoro come contributo e si realizza insieme al gruppo, quando viene raggiunto l'obiettivo, è stato risolto il problema o quando il cliente accetta un'estensione del contratto, anche se da questa estensione non ricaverà profitti strettamente personali.
Quando abbiamo una motivazione intrinseca e lavoriamo per l'azienda XYZ SPA, indossiamo volentieri la t-shirt o il cappellino con il brand XYZ: siamo fieri di appartenere a un gruppo che ha questo logo.
Lo facciamo anche se il brand non rappresenta un simbolo prestigioso (ovvio che chi lavora per Nike, per Ferrari o MTV indossa volentieri l'abbigliamento personalizzato dell'azienda, seppur privo di una motivazione intrinseca) e a meno che non si tratti di un'agenzia di pompe funebri.
Ognuno di noi, nell'arco di una vita aziendale, oscilla molte volte tra queste due fasi: in alcuni momenti ci piace il nostro lavoro al punto che troviamo gratificazioni all'interno di ciò che facciamo o di come lo facciamo. In altri momenti abbiamo, invece, bisogno di forti motivazioni esterne e conferme da parte dei capi o dell'azienda stessa.
Tuttavia la qualità del nostro lavoro dipende in maniera preponderante dalla nostra motivazione e un buon leader dovrebbe saper accendere le motivazioni intrinseche di ogni singolo collaboratore, sempre che questo non si chiami PINO LA LAVATRICE e chieda di continuo: "tu dimmi cosa devo fare... ed io lo faccio", nel qual caso forse è da rivedere la selezione del personale.
Sollecitare qualcuno ad essere parte di qualcosa di grande, farlo partecipe dei progetti in una visione d'insieme, può attivare la sua motivazione intrinseca.
Quando l'individuo si sente isolato nel proprio lavoro, come fosse la rotella di un grande ingranaggio che non si mostra mai per intero, allora è difficile che provi passione per il proprio lavoro e ne va di mezzo la qualità di quest'ultimo.
È così che si creano i timbratori di cartellino.