Qualsiasi persona che incontriamo, quindi anche il selezionatore, nel caso di un colloquio di lavoro, si forma un’idea di noi che viene definita “prima impressione”.
Eccoci alla seconda parte del video sulla scelta della seduta durante le interazioni con gli altri.
Nella prima parte, che trovi nel mio archivio e risale alla scorsa settimana, abbiamo parlato dei contesti in cui a interagire sono solamente due persone. Oggi vediamo alcuni contesti gruppali, in particolare la disposizione dei posti nelle riunioni con tavoli rettangolari o rotondi.
La disposizione delle sedie e la scelta personale del posto a sedere possono trasmettere messaggi, intenzionali o inconsci, e influenzare la comunicazione durante la riunione.
Il mondo del linguaggio non verbale è vastissimo e non riguarda solamente la gestualità, le microespressioni, ma anche il nostro abbigliamento, la modulazione della voce nei toni, nei volumi e nei ritmi, e arriva persino alla scelta della sedia su cui sederci a un tavolo, per una trattativa, una riunione o una cena con più partecipanti.
Esistono dei codici inconsci, infatti, che la maggior parte delle persone non conoscono, per cui, soprattutto in ambito lavorativo, dove ci sediamo rispetto agli altri può fare andare le cose in un modo o in un altro.