Sono un life coach e un formatore: ti aiuto a prendere la direzione migliore, rispettando la molteplicità che ti contraddistingue.
Chi mi segue conosce l’annosa battaglia che porto avanti contro gli pseudo-formatori che propongono corsi dal titolo simile a “impara a scoprire chi ti mente!”, propinando per certezze alcuni segnali non verbali che nemmeno i più autorevoli esperti mondiali assumono per prove certe di menzogna.
Ognuno di noi ha vissuto nella vita alcuni momenti in cui si è sentito obbligato a fare qualcosa che non avrebbe voluto fare o, al contrario, a non fare qualcosa che avrebbe voluto fare.
Mi capita sempre più spesso nelle sessioni di coaching che tengo con i miei clienti, maschi o femmine che siano, di trovarmi ad ascoltare una serie di angherie subite, reali o presunte, da parte del partner.
Esiste un sentimento esattamente contrario all'empatia? Sembra di sì e si chiama in tedesco "shadenfreude", ma non ha un corrispettivo nella lingua italiana.
Siamo alla quarta puntata di questo breve ciclo sugli stili di attaccamento scoperti da John Bowlby verso la metà del secolo scorso.
Lo stile di attaccamento ansioso, detto anche “insicuro ambivalente” è il secondo dei tre stili che prendiamo in considerazione.
Lo stile di attaccamento sicuro è il primo dei tre stili che prendiamo in considerazione, evitando l'analisi del quarto, quello "disorganizzato", in quanto molto critico e meno frequente da incontrare, per fortuna.
La teoria dell'attaccamento, ideata dallo psicologo britannico John Bowlby e portata al successo grazie alle sperimentazioni della sua allieva Mary Ainsworth, nasce per chiarire le origini infantili dell'infelicità, dell'angoscia, dell'ira e della criminalità.
La parola "manipolazione" porta su di sé un mantello di negatività e nell'immaginario collettivo evoca sempre figure come quelle del prevaricatore o del truffatore, ma esiste solo una manipolazione negativa?
Le nostre mani sono uno strumento, ma comunicano tantissime cose in maniera subliminale.